“TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA....”

Il procedimento delle grosse costruzioni in medio oriente, dei tempi antichi era differente da quello occidentale, odierno. Ad esempio, le pietre di fondamenta del tempio erano lunghe 3,5 metri per 4,5 metri. Gesù disse a Pietro: “tu sei Pietro e su questa pietra...”, “tu sei Cefa e su questa Cefa...”. 

Il nome aramaico “Cefa” significa: “grossa pietra”, “grosso masso roccioso”, appunto quello che erano le grosse pietre da fondamenta del tempio. Pietro sarebbe stato il primo “masso roccioso”, o “grossa pietra” da fondamenta, dell’edificio di Cristo Gesù. 

A quei tempi, quando si costruivano edifici enormi, si usavano come fondamenta delle enormi pietre; Pietro sarebbe stato, appunto, e con lui anche gli altri apostoli, una grande pietra pesante, posta come fondamenta (assieme alle altre pietre-apostoli da fondamenta), alla base dell’enorme edificio di Cristo. In un edificio, le pietre da fondamenta hanno uguale importanza (Ap. 21:14). Nelle costruzioni antiche l’unica pietra da fondamenta ad avere maggiore importanza e rilievo era la pietra angolare maestra da fondamenta.

Nelle antiche pratiche di edificazione, in medio oriente, “la pietra angolare da fondamenta” veniva posta con molta attenzione. Aveva una funzione vitale, perché l’intero edificio era allineato con essa.

Questo discorso vale anche per il simbolismo, usato da Gesù per il suo “edificio” (Matt. 16:18; Efesini 2:19-22), e che Egli espresse secondo la cultura edile del suo tempo.

Quindi, ne risulta che nessuno è Capo dell’edificio di Cristo, se non la pietra angolare maestra da fondamenta, posta alla base dell’edificio (Gesù stesso), dalla quale sono dipese tutte le altre pietre da fondamenta (gli apostoli) e tutte le altre pietre vive (i credenti di ieri e di oggi), e dalla quale si continuerà a dipendere. È la pietra angolare da fondamenta che ha condizionato il posizionamento delle altre pietre da fondamenta e, quindi, di tutte le altre pietre che vengono collocate sopra in modo infinito.

Efesini 2:19-22 spiega come gli apostoli sono il fondamento (Ap. 21:14) della Chiesa e Cristo sia la pietra angolare, attraverso la quale, prima, le fondamenta (le pietre di fondamenta) e l’edificio intero, poi, è ben allineato con Cristo (la pietra angolare); essa (la pietra angolare) è parte integrante e priorità delle fondamenta.

La pietra angolare era la pietra fondamentale formante l’angolo di un edificio. Era posta all’angolo di incontro di due muri e li manteneva legati. Qualunque pietra occupi questa posizione, a partire dalla base, è una pietra angolare. Cristo Gesù, in senso figurato, è la pietra angolare da fondamenta della base dell’edificio, che unisce, da un angolo all’altro, le pietre di fondamenta; la pietra angolare da fondamenta della base è quella principale, perché unisce le pietre da fondamenta, condizionandone una collocazione precisa ed accurata; in pratica, decide il loro collocamento e posizionamento. Nell’edificio di Cristo, la pietra angolare da fondamenta è Gesù stesso, gli apostoli sono le altre pietra da fondamenta che dipendono nel loro posizionamento dalla pietra angolare da fondamenta (Gesù).


La Chiesa di Cristo è stata edificata sul fondamento degli apostoli, (Efesini 2:19-22), i testimoni fedeli di Gesù che hanno predicato per la realizzazione della Chiesa di Cristo e che ci hanno impartito, una volta per sempre, gli insegnamenti relativi alla volontà di Dio, (anche attraverso i loro scritti ispirati). Gesù Cristo è la pietra angolare da fondamenta, il Capo dell’edificio (della Chiesa), da cui tutti dipendono, pietre da fondamenta (apostoli) e pietre costituenti i piani superiori a partire dalla base (i credenti di ogni epoca), le quali (quest’ultime) innalzano le mura superiori dell’edificio per farne una costruzione in altezza, tale da non potersi vedere la cima (1 Pietro 2:4-5).

Quando Gesù disse a Pietro le parole di Matt. 16:18, voleva dire che Egli (Gesù) avrebbe edificato la sua Chiesa sulle grosse pietre da fondamenta (gli apostoli), cioè attraverso di loro; si sarebbe servito di loro come strumenti potenti per trasmettere, una volta per sempre, la sua volontà e i suoi ordinamenti divini. Pietro, come una grossa pietra da fondamenta, sarebbe stato il primo, in ordine di tempo, ad essere collocato alla base dell’edificio. Fu lui per primo con efficacia e potenza (con il suo collocamento alla base dell’edificio spirituale di Cristo), con l’esordio della Chiesa a Pentecoste, per mezzo della sua predicazione, a dare gli ordinamenti divini necessari e ad allargare, in seguito, ufficialmente, in modo determinante e definitivo, per ordine divino, le porte della salvezza anche ai pagani. Le pietre di fondamenta sarebbero dipese esclusivamente dalla pietra angolare maestra da fondamenta (Gesù); Cristo solo e nessun’altro sarebbe stato il Capo dell’edificio intero.


CONCLUSIONE RIGUARDO IL: “TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA....”.

Tu sei Pietro e attraverso te fonderò le basi della mia Chiesa. Quello che tu promulgherai dietro spinta divina, riguardo all’entrata nel regno dei cieli, sarà legato in cielo come sulla terra. Lo stesso avverrà per quello che scioglierai. La testimonianza, che renderai riguardo al ravvedimento, alla conversione e al battesimo, alla circoncisione del cuore, anziché della carne e alla predicazione del Regno ai pagani, aprirà ufficialmente le porte del regno dei cieli, una volta per sempre, e chiunque vivrà per fede nel mio Nome sarà salvato. Quello che tu promulgherai, riguardo all’entrata nel regno dei cieli (nella Chiesa sulla terra), rimarrà indelebile, perché non verrà da te, ma dallo Spirito Santo. Nessuno potrà mai cancellarne alcunché”.

Il grande discorso, che Pietro pronuncia il giorno di Pentecoste, apre ufficialmente agli ebrei la porta della salvezza (Atti 2:14-41). Pietro l’apre ufficialmente anche ai pagani, quando si rivolge a Cornelio e alla sua casa (Atti c.10; c.11:1-18; c.15:7-11), facendo così uso delle “chiavi” di cui Cristo gli aveva parlato in Matt.16:19.

Gettate le basi della Chiesa, egli lascia il primo piano e lavora nell’ombra per l’espansione dell’evangelo. Non è impossibile che sia stato suppliziato a Roma. La sua vita ha suscitato molto presto numerose leggende. Scritti apocrifi molto antichi, dovuti agli Ebioniti, (adepti di una setta eretica che durò dal I al VII secolo d. C.), sparsero la leggenda che Pietro sarebbe stato vescovo di Roma per venticinque anni. L’esame accurato delle fonti di questa tradizione e del suo contenuto non permette di metterla sul piano della storia.

L’interpretazione delle parole: “tu sei Pietro e...” è fornita dall’apostolo stesso.

Non vi è che una pietra fondamentale (1 Pietro 2:4-8), la pietra angolare: il Cristo. I credenti sono tutti “pietre viventi”, che vengono ad aggiungersi all’edificio; Pietro è stato, in ordine di tempo, la prima di queste pietre individuali, e assieme agli altri apostoli lo è stato come pietra di fondamenta.

L’apostolo sviluppa lo stesso pensiero in Atti 4:11-12.

Paolo conferma questo insegnamento: Cristo è la pietra angolare del tempio spirituale di Dio; gli apostoli-profeti ne sono le fondamenta, sulle quali sono edificati i credenti (Efesini 2:20-22). Le pietre vive furono edificate sulle pietre di fondamenta e sulla pietra angolare da fondamenta, la quale è la pietra maestra che comanda l’allineamento di ogni pietra a partire dalla base in su.

Pietro ha avuto una parte storica importante, aprendo ufficialmente, per ordine di Dio, la porta del regno dei cieli, con le “chiavi” donate da Cristo stesso, agli ebrei, il giorno di Pentecoste, e ai pagani, in casa di Cornelio (Atti c.10).

Tu confessando il Figlio dell’uomo come il Figlio del Dio Vivente, tramite lo Spirito del Padre mio, sei diventato pietra vivente, perché ti sei accostato alla Roccia Vivente, alla pietra angolare; tu verrai posto, per primo, come pietra da fondamenta per il mio edificio spirituale, poi, verranno anche gli altri apostoli, i quali saranno, similmente, pietre di fondamenta. Io sarò la pietra angolare da fondamenta, la pietra maestra, voi sarete allineati secondo il mio ordine di posizionamento (della pietra angolare: Cristo), poi verranno tutte le altre pietre viventi che saranno edificate su di voi e su di me, pietra angolare

In sintesi, Cristo Gesù disse: Tu Simone, sei pietra (Cefa) e su questa pietra (Cefa), quale tu sei diventato, avendo tu confessato il Figlio dell’uomo come il Figlio del Dio Vivente, edificherò la mia Chiesa. Pietro divenne la prima pietra da fondamenta; al seguito vennero tutte le altre pietre da fondamenta e le altre pietre vive per l’edificazione.

Il Capo, la pietra angolare, è Cristo Gesù. Essere stato il primo uomo a credere fermamente in Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio, fa diventare l’apostolo una pietra da fondamenta dell’edificio (storicamente la prima), la prima in ordine di tempo, ma non la prima in ordine di supremazia e autorità, non il Capo dell’edificio stesso. Notare come Gesù lo chiama, in un primo momento Simone: Matt. 16:17 “...Tu sei beato, Simone, figlio di Giona...”, mentre, poi, subito dopo lo chiama col nuovo nome di Pietro (pietra): Matt. 16:18 “E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra...”. Ciò dà proprio ad intendere che il gioco di parole è riferito a Pietro stesso (riguardo ai riformatori che credono che “pietra” è la confessione di fede). Gesù usa il verbo “edificare”, perché si rivolge all’apostolo chiamandolo e definendolo una “pietra” e, quindi, usa un discorso relativo: “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”. 

Se si fosse rivolto a lui non come ad una “pietra”, ma, per esempio, avesse usato un linguaggio comune, avrebbe potuto dire: “tu sei Simone e, in virtù di quello che hai appena confessato, sarai l’iniziatore (come pietra da fondamenta), per opera dello Spirito Santo della potente entrata, nella mia Chiesa, dei giudei e dei pagani dopo”. La guida, nella Chiesa di Cristo, non fu Pietro, e né, tanto meno, lo sono i fantomatici suoi successori, ma lo Spirito Santo (il Consolatore); il Capo non fu Pietro e nemmeno possono esserlo i suoi ipotetici successori, ma Cristo Gesù. Noi tutti credenti rigenerati siamo semplicemente le membra del corpo di Cristo, Egli solo è il Capo, la Testa del corpo.

Un edificio si costruisce forse più di una volta? Quando si pongono le fondamenta e si inizia la costruzione, si demolisce forse quello che è stato costruito, senza portarlo a termine, per porne nuovamente le fondamenta, e questo a ciclo continuo? Pietro è stato, in ordine di tempo, la prima pietra da fondamenta di questo edificio, allineata con la grande pietra maestra angolare, Cristo Gesù. 

La “pietra”, Pietro, sta alla base dell’edificio in modo perenne, non si può trovarne un’altra da mettere al suo posto, ciò vorrebbe dire far crollare l’edificio e iniziarlo daccapo; dal momento in cui furono poste le fondamenta dell’edificio, questo può solamente alzarsi in altezza e altre pietre vengono sempre edificate sopra. Non si può porre nuovamente la pietra da fondamenta (Pietro), come del resto anche le altre, ciò significherebbe e vorrebbe dire farne crollare l’edificio ogni volta che si intendesse e si credesse di farlo. 

Il dialogo di Gesù è incentrato espressamente e solamente sulla persona di Simon Pietro, a lui solo Egli parlò in quel modo, a causa della sua confessione di fede che egli ebbe per rivelazione divina. Gesù non poteva, in quel dialogo a due, dare ad intendere il passaggio delle sue parole, riferite solo a Pietro, a degli immaginari successori, che con la confessione, il fervore e la personalità di Pietro apostolo, testimone della vita di Gesù sulla terra, nulla avevano, hanno, e avranno mai a che fare, senza parlare, poi, che Gesù scrutò Simone, e vedendo in lui il disegno divino, gli impose il nome di Pietro, che ebbe definitivamente al momento della confessione di fede; a lui solo Egli diede tale nome e a lui solo fu designato tale specifico disegno divino; Gesù non poteva, infatti, (in quanto inutile), predisporre, che la grazia di Dio e il suo disegno, le circostanze di vita, la fede e le qualità di Pietro, che lo avevano portato ad essere designato come la prima pietra (in ordine di tempo) da fondamenta cementata dell’edificio, potessero essere espressione interiore ed esteriore in tutti gli ipotetici successori di Pietro nella storia secolare della Chiesa. 

Pietro, inoltre, non fu designato come Capo dell’edificio di Cristo sulla terra e questo lo si vede bene dagli scritti nuovo-testamentari. I teologi cattolici ripiegano a ciò dichiarando che questa era un dogma destinato a comprendersi meglio nell’evolversi della storia della Chiesa (circa cinque secoli dopo che essa nacque).

Ma come si può pensare che delle parole, riferite da Gesù, direttamente e personalmente, all’apostolo Pietro, le quali non furono comprese dall’apostolo, nel senso cattolico, (pur avendo ricevuto lo Spirito Santo a Pentecoste, la potenza della conoscenza ed essendo egli stesso l’interlocutore diretto di Gesù di tali parole; inoltre la Chiesa primitiva, ricolma com’era dello Spirito Santo e dell’istruzione potente degli apostoli, non intese mai Pietro come Capo) siano, invece, state comprese, meglio del diretto interessato (Pietro), cinque secoli dopo, da persone che, inoltre, non sono state le riceventi di tale messaggio?

I re hanno i loro successori di sangue, eppure a volte anche questi vengono succeduti al trono da un’altra stirpe regale o per niente regale; perché mai Dio avrebbe dovuto o voluto lasciare nelle mani di un solo uomo il potere e l’autorità di cambiare dottrine, dogmi di fede e quant’altro, e di inventarne a piacimento nella sua Chiesa? Vi sono stati nella storia della Chiesa Cattolica numerosissimi Papi; quanti di questi sono confrontabili con esito positivo con la persona di Pietro? Quanti di questi, invece, hanno fatto cose abominevoli nel nome di Dio (Inquisizione, Crociate, orge, assassini, omosessualità, sodomia, traffici di denaro in enormi quantità e quant’altro)? Siamo forse di fronte a un Dio che non ha la preconoscenza delle cose prima che queste avvengano? Certamente no! Perché sfidare Dio? Non disse forse Gesù che le porte dell’Ades non avrebbero mai vinto contro la sua Chiesa? 

Infatti, Gesù affermò che quando Egli sarebbe tornato, solo un piccolo gregge, (ma fedele, però), sarebbe stato pronto ad accoglierlo in quanto fedele alla sua Parola. Parlava forse di una grande Chiesa Cattolica gerarchica mondiale? No, di certo! L’uomo rimane un peccatore anche quando agisce con giustizia, egli non può essere Capo di una cosa santa come la Chiesa di Gesù Cristo. 

L’infallibilità papale, inoltre, è un’altra grave abominazione cattolica, dichiarata nel 1870 dogma di fede. Il Papa, secondo i teologi cattolici, è infallibile nelle cose che riguardano la dottrina, i dogmi e la morale. Falso e abominevole davanti a Dio. 

Pietro non fu in alcun modo ritenuto infallibile, e nemmeno un Capo, ma un simbolo da seguire nella fede, come, del resto, gli altri apostoli. Egli fu la prima pietra storica dell’edificio di Gesù Cristo. Anche Abramo ebbe il cambiamento del suo nome in Abraamo, perché sarebbe stato il padre di una moltitudine (la generazione santa) e ciò fu detto ad Abraamo in un dialogo diretto con Dio, come avvenne tra Simone (Pietro) e Gesù; si può citare anche Giacobbe che ebbe da Dio il nuovo nome Israele, perché sarebbe stato il capostipite delle dodici tribù d’Israele (che erano sua discendenza); e anche qui avviene un dialogo personale con Dio. Di Abraamo e di Giacobbe non vi sono stati alcuni successori, in questo c’è il giusto, il dialogo ci fu tra ognuno di loro e l’Iddio Vivente; non avrebbe avuto senso che qualcun’altro si attribuisse le benedizioni e le parole personali divine dirette solo a loro.

Come può allora qualcun’altro, parlando del caso di Pietro, attribuirsi le parole e le benedizioni personali divine, rivolte solo a Pietro, per di più inventando abominevoli teorie che sono antibibliche? Infatti, i fantomatici successori di Pietro sostenevano e sostengono che egli fu Capo della Chiesa (perché ciò tornava e torna a loro guadagno), e che era infallibile e quant’altro. Menzogne assurde piene di malizia e interessi personali. 

Abraamo, ad esempio, dimostrò di essere pronto a sacrificare il proprio figlio nell’ubbidienza a Dio e ciò fu gradito all’Altissimo (la fede nell’ubbidienza assoluta), come possiamo, ad esempio, pensare lontanamente, che possa esserci un’altro successore di Abraamo e che possa attestare di avere la stessa autorità e l’onore, conferiti da Dio alla persona di Abraamo? È Abraamo che fu pronto a sacrificare suo figlio, è Abraamo che parlò con Dio in modo personale, è Abraamo che fu gradito a Dio, ma un suo successore dovrebbe asserire di avere l’autorità e l’onore conferiti solo ad Abraamo, senza che sia o possa essere lontanamente identificabile con la persona, la vita e le esperienze anche di fede di Abraamo. Ciò vale anche, per quanto stiamo discutendo, riguardo alla questione di Pietro. 

Gesù tali parole le diresse esclusivamente alla persona di Pietro e nessun’altro può attribuirsi alcun tipo di onore destinato solo a lui, il quale fu inoltre, (a differenza dei suoi fantomatici successori), testimone oculare della vita, morte, resurrezione e ascensione di Gesù; tali asserzioni furono indirizzate solo a lui e non ai suoi ipotetici successori, e lui solo le meritò per la sua confessione di fede; nessun’altro può, in quanto mancante di questi requisiti, attribuirsi l’onore dato a Pietro dal Signore; inoltre, quest’onore, dato a Pietro dal Signore, non fu un onore di supremazia o di autorità e di garanzia di infallibilità sulla terra. Per di più è certo che Gesù non designò nessun successore della persona di Pietro.

Gesù può essere presentato come la pietra angolare da fondamenta dell’edificio, ma, allo stesso tempo, anche come l’infinita “roccia” sulla quale l’edificio viene completamente edificato a partire dalle pietre da fondamenta fino ad arrivare ai piani alti dell’edificio, costituiti dalle altre pietre vive (gli altri credenti), che sono state collegate sulle pietre da fondamenta. 

Simone ebbe il nome nuovo di Pietro da Gesù, perché confessando il Figlio dell’uomo, come il Cristo, il Figlio del Dio Vivente, egli divenne una “pietra viva”, quasi pronta per essere collocata alla base dell’edificio ed allineata alla pietra angolare da fondamenta (Cristo Gesù). Pietro diviene così una pietra pronta per essere cementata, ma bisognerà aspettare che sia completamente vivificata a Pentecoste.

Le pietre da fondamenta (Pietro e gli altri apostoli) si collocarono e furono allineati secondo l’allineamento predestinato dal posizionamento della pietra angolare da fondamenta. Pietro, credendo fermamente nella figura di Gesù come Messia e Figlio di Dio, è quasi pronto per essere collocato e allineato alla pietra angolare maestra (la testimonianza di Gesù).

Ciò avverrà a Pentecoste. Così Pietro diviene una “pietra” già pronta che sarà vivificata a Pentecoste. Prima dell’ascensione, Gesù gli dice di pascere i suoi agnelli, le sue pecorelle, non nel senso che sarebbe dovuto diventare il Capo infallibile della Chiesa, ma nel senso che, semplicemente, egli, con la sua esperienza del rinnegamento, dell’angoscia provata e della lezione fondamentale che aveva imparato nella vita di un cristiano, quando sarebbe stato vivificato a Pentecoste, avrebbe dovuto avere la forza di rincuorare gli altri, (quelli deboli e immaturi nella fede), che presi dalla debolezza e dall’insicurezza, sopraggiunte alla partenza di Gesù verso il cielo, si sarebbero trovati in una situazione, in qualche modo, paragonabile a quella vissuta settimane prima da Pietro. Egli avrebbe dovuto avere la fortezza di spirito per predicare con forza la Parola di Dio a Pentecoste. Pietro aveva sempre avuto un carattere predominante e tanto più, in quel tempo, doveva, ripieno di Spirito Santo, sopportare una fatica maggiore nella predicazione, finché anche gli altri, più gradatamente, l’avrebbero successivamente seguito con la stessa potenza di Spirito e di certezza di fede.

I teologi cattolici vedono il conferimento a Pietro dell’autorità di Capo Supremo della Chiesa in questi versi di Giov. 21:15-19; chiedo ai teologi cattolici: come mai Pietro invece di gioire ed esultare a questo vostro supposto conferimento da parte di Gesù, si sentì invece rattristato ed angosciato? Il triplice rinnegamento aveva temporaneamente escluso Pietro dalla missione di apostolo, ma con la triplice risposta d’amore nei confronti di Gesù, Cristo stesso riammette Pietro nella sua missione; egli capisce che si tratta di ciò e se ne rattrista, perché percepisce maggiormente quanto grave sia stato il suo rinnegamento, per aver avuto bisogno di tutto questo da parte di Gesù. 

Con il “pasci i miei agnelli, le mie pecorelle” Gesù non gli vuol dire altro che con la sua forza innata di carattere predominante, egli avrebbe dovuto sopperire alla temporanea debolezza e insicurezza di alcuni discepoli più deboli nella fede causata dalla definitiva partenza di Gesù al cielo. 

Nulla di tutto quello che la Chiesa Romana sostiene, iniquamente, di vedere, in questi versi, c’è veramente, se non l’onore e la forza spirituale che Pietro avrebbe dovuto avere inizialmente nella predicazione agli inizi della Chiesa nascente ad un popolo acerbo alla verità e alla genuina dottrina di Cristo.


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