LE STATUE E LE IMMAGINI - Confutazione della dottrina papista



La dottrina dei teologi papisti
Le sacre immagini vanno esposte per la venerazione. Dio gradisce il culto alle immagini perché davanti ad esse avvengono dei miracoli. Il concilio di Nicea II, che fu convocato dall’imperatrice Irene, decretò: ‘Noi definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le venerande e sante immagini sia dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l’immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della immacolata Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini’ (Concilio di Nicea II).

Per dimostrare che la chiesa cattolica non fa nulla di male nel fare queste immagini e statue ed esporle alla venerazione dei fedeli i teologi papisti fanno presente che Mosè fece dei cherubini d’oro per porli sull’arca e un serpente di rame che pose su un antenna.

Il culto del sacro cuore di Gesù
. L’origine di questa devozione al cuore di Gesù è strettamente collegata alle visioni che ebbe una certa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) perché esse servirono ai Gesuiti come appoggio per divulgare questo culto al cuore di Gesù. Questa giovane raccontò che le era apparso Gesù Cristo sopra l’altare, che egli s’era aperto il petto e le aveva mostrato il cuore tra le fiamme, circondato da una corona di spine, squarciato da una ferita e con sopra una piccola croce; insomma quel cuore che oggi è riprodotto in milioni di immagini e su milioni di medaglie. In un’altra apparizione, avuta tempo dopo, ella disse che Gesù le chiese il culto pubblico, con l’istituzione di una festa riparatrice e le indicò come collaboratore Claudio de La Colombière, un Gesuita che era il suo confessore. E fu appunto questo de La Colombière che, spinto da grande zelo, riuscì a diffondere, vivente ancora Alacoque, il culto al cuore di Gesù tra molte persone. Ancora oggi il culto al sacro cuore di Gesù è molto diffuso, soprattutto tra le donne, che più degli uomini vengono colpite nell’immaginazione e nei sensi da questa immagine del cuore di Gesù coronato di spine. Ma come giustificano questo culto al cuore di Gesù i teologi cattolici? In questa maniera: ‘Il suo cuore perciò, considerato unito alla persona divina, è degno di adorazione, la quale termina alla persona stessa di Gesù (….) Oggetto proprio del culto quindi non è solo il cuore fisico, né solo l’amore, ma il cuore fisico come simbolo dell’amore (…) Il cuore infatti è stato sempre preso come simbolo dell’amore (…) Comunemente con l’espressione Sacro Cuore si suole significare tutta la persona di Gesù…’ (Enciclopedia Cattolica, vol. 4, 1062).

Il culto della croce
. L’Enciclopedia Cattolica afferma che il culto della croce ‘è fondato sulla stretta appartenenza che essa ha con la divina persona del Redentore’ (ibid., vol. 4, 959). La chiesa cattolica romana ha istituito due feste in onore della croce; il 3 Maggio e il 14 Settembre. Il ‘Venerdì santo’ essa l’adora con le parole: ‘Ecce lignum crucis’ (Ecco il legno della croce); ‘Venite, adoremus’ (Venite e adoriamo), ‘Crucem tuam adoramus, Domine’ (Adoriamo la tua croce o Signore). Questa sua adorazione rivolta alla croce è stata chiaramente sostenuta da Tommaso D’Aquino il quale disse: ‘La croce stessa sulla quale Cristo fu confitto, merita il nostro culto (….) perché ci rappresenta la figura di Cristo disteso su di essa, e perché venne a contatto con le membra di lui e fu bagnata dal suo sangue. Per ambedue i motivi viene adorata con il medesimo culto reso a Cristo, cioè con il culto di latria’ (Tommaso d’Aquino, La Somma Teologica, III, q. 25).

Nel Nuovo Manuale del Catechista si può leggere: ‘Che Dio poi gradisca questo culto è provato da tanti miracoli che si sono operati dinanzi alle sacre immagini; quanti quadretti dinanzi ad esse, segno di riconoscenza’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 288).


CONFUTAZIONE 

Le cosiddette immagini e statue sacre sono degli idoli e la cosiddetta venerazione alle immagini e alle statue è idolatria

Noi con i nostri occhi e con le nostre orecchie siamo testimoni in questa nazione della grande idolatria che questa cosiddetta chiesa perpetra dovunque, infatti le statue e le immagini raffiguranti Maria o qualche altro personaggio del passato sono diffuse da per tutto in questa nazione e non danno segno di diminuire anzi sono in continuo aumento sotto la spinta di guide accecate dalle tenebre che preferiscono osservare la loro tradizione anziché la Parola di Dio. 

Davanti a questi spauracchi dei loro idoli che non hanno in loro nessun soffio vitale e non hanno il potere di soccorrere quelli che li invocano, sono in molti che si prostrano ad adorarli e pregarli. Ma i Cattolici dicono che non adorano le statue e le immagini ma le venerano, anzi che neppure le venerano le immagini materiali ma venerano chi esse rappresentano; ecco come si esprime il Perardi nel suo manuale: ‘Similmente veneriamo le immagini dei Santi; veneriamo e non adoriamo, e neppure non veneriamo l’immagine materiale in sé ma il Santo o la Madonna in essa rappresentati’ (ibid., pag. 287-288).

Ma questa cosiddetta venerazione resa al personaggio rappresentato dalla scultura o dal dipinto di cui essi parlano, non è altro che uno dei tanti sofismi di cui la curia romana si usa per ingannare sia i Cattolici romani che coloro che non lo sono, infatti così parlando (cioè usando la parola venerazione al posto di quella di adorazione) la curia romana riesce a camuffare l’idolatria e a farla passare semplicemente per un onore. In effetti non è vero che la chiesa romana non venera le immagini materiali ma bensì le persone che esse rappresentano perché il loro secondo concilio di Nicea afferma quanto segue: ‘L’onore reso all’immagine, infatti, passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l’immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto’ (Concilio di Nicea II; in Decisioni dei Concili Ecumenici, Torino 1978, pag. 204).

Anche Tommaso D’Aquino conferma ciò quando a proposito dell’immagine di Cristo afferma: ‘Noi invece onoriamo con culto di latria le immagini di Cristo che è vero Dio, non per le immagini stesse, ma per la realtà che raffigurano..’ (Tommaso d’Aquino, op. cit., III, q. 25). Quindi, in realtà questa venerazione resa alle statue e alle immagini rappresentanti Cristo, Maria o qualche altra persona non è altro che una vera e propria adorazione resa alla statua e all’immagine non importa chi essa rappresenta.

Vediamo ora innanzi tutto cosa dice la Parola di Dio a riguardo delle statue e delle immagini della chiesa cattolica romana e del culto che gli viene reso da essa. Dio dice: “Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro, perché io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti” (Es. 20:4-6). Questo é il secondo comandamento dato da Dio a Mosè sul monte Sinai. 


Perciò, secondo la Scrittura peccano sia coloro che le costruiscono queste statue e immagini e sia coloro che le servono. Che poi queste statue vengono servite dai Cattolici romani è una cosa manifesta che non può essere smentita perché essi accendono davanti ad esse delle candele, le puliscono con cura quando hanno bisogno di pulizia, le vestono di sfarzosi paramenti, le adornano di gioielli, le portano su dei piedistalli nelle loro periodiche processioni, e dedicano loro frutta, dolci, ed altre cose. Anche le immagini che essi hanno fatto sono da loro servite perché essi davanti ad esse recitano le loro preghiere, si fanno il segno della croce, si prostrano, accendono i loro ceri, mettono i loro fiori. 

Oltre a tutto ciò, come detto sopra, dinanzi ad esse i Cattolici romani si prostrano con somma riverenza e le adorano e le pregano. Quindi questo loro servizio reso alle statue e alle immagini è contrario alla Parola di Dio. Ora, abbiamo visto prima come i Cattolici romani cercano di difendere il loro culto alle statue e alle immagini, ma come si difendono i Cattolici dall’accusa di rendere a Maria e ai santi, tramite il sussidio delle loro statue e immagini, il culto dovuto solo a Dio? In questo caso fanno ricorso ad un altro sofisma; essi dicono che a loro non gli rendono il culto di latria che deve essere reso solo a Dio, ma un culto inferiore; a Maria il culto di iperdulia (servizio superiore) e ai santi quello di dulia (servizio). 

Ma noi replichiamo: Ma dove mai nella Scrittura si parla di un culto da rivolgere a Maria, un altro ai santi morti e uno a Dio? Ma quando mai nella Scrittura è detto che i defunti siano degni di un qualche tipo di culto? Il culto va reso solo a Dio, il Vivente, e difatti Gesù affermò: “Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto” (Matt. 4:10), e questo culto gli va reso in ispirito e verità, perché Gesù disse alla donna samaritana: “Ma l’ora viene, anzi é già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità; poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. Iddio é spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in ispirito e verità” (Giov. 4:23,24); quindi, siccome che noi dobbiamo adorare Dio solo che è l’Onnipotente, l’Onnisciente e l’Onnipresente, e che lui richiede da noi di adorarlo in ispirito e verità appunto perché Egli è spirito, noi non abbiamo bisogno di nessuna immagine, ma dico proprio nessuna, per adorarlo. E il culto rivolto a Maria e ai santi veramente santi e a quelli fatti santi dagli uomini? Esso è in abominio a Dio, quantunque venga fatto passare per un tipo di culto inferiore.

Facciamo notare anche che i teologi papisti dicendo che ai santi e alle loro immagini rendono un culto di dulia, e a Maria e alle sue immagini rendono un culto di iperdulia o extradulia si condannano da loro stessi perché la parola dulia è una parola greca che significa ‘servizio’ e il secondo comandamento dice espressamente a proposito delle sculture e delle immagini: “Non servir loro” (Es. 20:5); notate quindi che alle statue e alle immagini non va reso nessun servizio, né superiore né inferiore. 


Per quanto riguarda il secondo comandamento qui sopra citato dal libro della legge di Mosè, è bene ricordare però che la chiesa romana lo ha fatto scomparire, ma non dalla Bibbia ma dal catechismo che viene trasmesso al popolo. In altre parole essi hanno mutilato le dieci parole, sopprimendo il secondo comandamento e riempiendo il vuoto che si é venuto a creare sdoppiando il decimo; infatti il loro secondo comandamento é: ‘Non nominare il nome di Dio in vano’, mentre il nono: ‘Non desiderare la donna d’altri’ ed il decimo: ‘Non desiderare la roba d’altri’.

La ragione per cui questo secondo comandamento é stato soppresso é questa: la curia romana afferma che Dio, nell’Antico Patto, proibì agli Ebrei di farsi delle immagini e delle statue perché essi vivevano in mezzo a popoli idolatri e c’era il pericolo che essi le adottassero come divinità, mentre ora questa proibizione non é più necessaria perché non c’é più questo pericolo, perciò le statue e le immagini sono permesse. Esse, loro dicono, costituiscono un valido aiuto al culto esterno, ed aiutano i fedeli a ricordare i veri servitori di Dio e li invitano ad imitarne le virtù! 

Come potete vedere ci troviamo davanti a dei vani ragionamenti, a delle altezze che si elevano contro la conoscenza di Dio, e perciò li dobbiamo distruggere. Ora, è vero che gli Ebrei vivevano in mezzo a dei popoli idolatri che avevano mutato la gloria di Dio in ogni sorta di immagini e che essi erano esposti al pericolo di idolatria; ma é altresì vero che pure noi credenti ci troviamo in mezzo ad una generazione storta e perversa che ha mutato la gloria dell’incorruttibile Iddio in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, e che anche oggi per l’Israele di Dio c’è il pericolo di cadere nell’idolatria, tanto è vero che Giovanni ci ha scritto di guardarci dagli idoli (cfr. 1 Giov. 5:21); e Paolo ha scritto di fuggire l’idolatria (cfr. 1 Cor. 10:14), ed in riferimento alle disubbidienze degli Israeliti nel deserto ha detto: “Or queste cose avvennero per servir d’esempio a noi, onde non siam bramosi di cose malvage, come coloro ne furon bramosi; onde non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo che é scritto: Il popolo si sedette per mangiare e per bere, poi s’alzò per divertirsi” (1 Cor. 10:6,7).

Diletti, nessuno vi seduca con parole seducenti. Sappiate che noi oggi dobbiamo osservare il comandamento che ci proibisce di farci immagini e statue di persone o di animali per servirle e adorarle, nella stessa maniera in cui dovevano osservarlo gli Israeliti nel deserto. 


Per quanto riguarda poi il fatto che le statue e le immagini di quello o di quell’altro santo aiutano gli uomini a ricordarsi di esso per imitarne le virtù, diciamo che per ricordarci di imitare Cristo, o quell’umile ancella del Signore e nostra sorella Maria, o i nostri fratelli Paolo, Pietro o Giovanni o qualche altro santo di cui parla la Scrittura è sufficiente leggere le Scritture dove si parla della loro condotta e delle loro parole. Nel caso poi non avessimo a disposizione con noi le Scritture per leggere, di certo Dio mediante il suo Spirito ci ricorderà le parole di Cristo e la sua irreprensibile condotta, come anche le altre Scritture di cui abbiamo bisogno di ricordarci. 

Non sono dunque affatto necessarie le statue e le immagini; se così fosse, cioè se fossero un aiuto potente e indispensabile per ricordarci dei santi servitori di Dio di certo Gesù prima e gli apostoli dopo avrebbero dato istruzioni a riguardo, ma essi non le hanno date. Ma forse le hanno date solo a voce e mai furono messe per iscritto cosicché non troviamo traccia di esse nella Scrittura? Non può essere perché altrimenti si sarebbero rivelati doppi in parole e sarebbero andati contro il comandamento di Dio.

Per questo la Chiesa primitiva non aveva né immagini e neppure statue. Ma col passare del tempo degli uomini corrotti introdussero il culto delle immagini. Da quello che dice Ireneo il culto delle immagini fu introdotto nella Chiesa dagli Gnostici infatti egli dice: ‘Si denominano gnostici ed hanno alcune immagini dipinte, altre fabbricate anche con altro materiale, dicendo che sono l’immagine di Cristo fatta da Pilato nel tempo in cui Gesù era con gli uomini. E le incoronano e le espongono con le immagini dei filosofi del mondo, cioè con l’immagine di Pitagora, di Platone, di Aristotele e degli altri, e riservano ad esse tutti gli altri onori, proprio come i pagani’ (Ireneo, Contro le Eresie, Lib. I, cap. 25,6). Ecco i padri del culto alle immagini che la chiesa cattolica tanto ama e tanto difende definendolo tradizione apostolica!


I cherubini d’oro ed il serpente di rame non furono costruiti per essere serviti
Quando si parla contro le statue e le immagini con i Cattolici romani non é difficile sentirsi rispondere da alcuni di loro: ‘Ma anche Mosè fece costruire due cherubini d’oro sull’arca del patto; anche Mosè fece un serpente di rame e lo mise su un’antenna affinché coloro che venivano morsi dai serpenti lo guardassero e scampassero alla morte!’. (Queste sono parole che i preti mettono in bocca ai loro fedeli).

Cosa dobbiamo dire dunque a queste persone per fargli capire che i cherubini d’oro e il serpente di rame non possono essere paragonati alle loro statue e immagini? Dobbiamo dirgli questo. Certo che questo é quello che Mosè fece, ma egli lo fece in ubbidienza alla parola che Dio gli aveva rivelato infatti nel caso dei cherubini Dio gli disse: “E farai due cherubini d’oro; li farai lavorati al martello, alle due estremità del propiziatorio…” (Es. 25:18), e per quanto riguarda il serpente egli gli disse: “Fatti un serpente ardente, e mettilo sopra un’antenna; e avverrà che chiunque sarà morso e lo guarderà, scamperà” (Num. 21:8).

Quindi Mosè non fece quelle cose di testa sua, ma in ubbidienza alla udibile voce di Dio. La stessa cosa non si può dire però di coloro che costruiscono statue raffiguranti Maria, o qualcun altro personaggio del passato, e che si prostrano davanti ad esse per pregarle! E poi né Mosè e neppure il popolo si misero a pregare o ad adorare i cherubini o il serpente di rame o ad accendergli davanti delle candele; mentre da parte cattolica bisogna dire che essi offrono il loro culto alle loro statue e alle loro immagini pregandole, adorandole ed accendendogli davanti delle candele.

Per quanto riguarda il serpente di rame bisogna dire che esso fu costruito da Mosè per ordine di Dio affinché chiunque veniva morsicato dai serpenti velenosi, guardandolo, potesse scampare dalla morte. Ma gli Israeliti, dopo che entrarono nella terra promessa, cominciarono ad offrirgli dei profumi e questo continuò fino al regno di Ezechia perché è scritto che questo re quando cominciò a regnare “fece a pezzi il serpente di rame che Mosè avea fatto; perché i figliuoli d’Israele gli aveano fino a quel tempo offerto profumi” (2 Re 18:4). 


Come potete vedere quindi, quel pezzo di rame che non aveva in sé nessun potere di fare alcun bene agli uomini diventò oggetto di culto da parte degli Israeliti, e per questo fu distrutto da quel re, affinché non fosse più occasione di peccato. E questo è quello che dovrebbe fare il papa dei Cattolici, ordinare di distruggere tutte le loro cosiddette immagini e statue sacre che sono occasione di peccato per i Cattolici romani in tutto il mondo.

Vi ricordo inoltre che l’apostolo sì ha detto che l’idolo è nulla, ma ha anche detto che “le carni che i Gentili sacrificano, le sacrificano ai demonî e non a Dio” (1 Cor. 10:20). La stessa cosa si può dire del culto che viene reso a Maria o a qualcuno dei loro santi; esso è rivolto ai demoni e non a Dio, e coloro che lo rivolgono hanno comunione coi demoni e non con Dio.

Per questo noi credenti abbiamo in abominio tutte le loro statue e le loro cosiddette immagini sante, ed il loro culto che gli rivolgono, perché per mezzo di tutte queste cose essi si mettono in contatto con il diavolo che si nasconde abilmente dietro questa loro cosiddetta venerazione. La sapienza dice che “non c’é sapienza, non intelligenza, non consiglio che valga contro l’Eterno” (Prov. 21:30), per questo ogni ragionamento che viene fatto dai Cattolici romani per difendere la loro idolatria risulta vano.

Che dire poi della domanda: ‘Chi é che non conserva appeso al muro o sul comodino con rispetto e venerazione il ritratto delle persone defunte?’ Questa è una domanda fattaci per difendere la loro idolatria! Per ciò che ci concerne, non siamo affatto d’accordo a mettere fotografie o ritratti di persone morte appesi al muro o appoggiati sul comodino per rievocarne la loro memoria. Per rievocare la memoria di qualcuno è sufficiente pensarci o fare il suo nome.



Il culto del sacro cuore di Gesù è idolatria
Come potete vedere i teologi cattolici romani anche nel caso del culto al sacro cuore di Gesù riescono con i loro abituali sofismi a fare apparire l’idolatria come un culto reso a Gesù Cristo. Loro dicono che il culto al sacro cuore di Gesù è un culto reso alla persona di Gesù; ma questo non è vero perché se si considera da vicino in che consiste questa devozione si vede che essa è rivolta ad una immagine e non a Gesù. 

Noi non crediamo che Gesù sia apparso a Margherita Maria Alacoque rivelandole e facendole vedere quelle cose; crediamo piuttosto che quelle apparizioni che lei dice di avere avuto siano delle imposture scaturite dalla sua mente gonfiata di vanità. Gesù non può avere detto quelle cose a quella donna, perché egli non è un ministro di peccato che incita le persone all’idolatria. Mentre Gesù era ancora sulla terra coi suoi discepoli, fu adorato; ma non si dice affatto che coloro che lo adorarono adorarono il suo cuore fisico, ma adorarono tutta la sua persona. 

Anche dopo che Gesù fu assunto in cielo i suoi discepoli lo adorarono secondo che è scritto: “E avvenne che mentre li benediva, si dipartì da loro e fu portato su nel cielo. Ed essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme…” (Luca 24:51,52); ma anche in questo caso i discepoli non adorarono il cuore di Gesù o Gesù servendosi di un’immagine di lui o del suo cuore, perché lo adorarono in ispirito.

Il culto della croce è idolatria
La Parola di Dio dice: “Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto” (Matt. 4:10), quindi il rendere un culto ad una croce è idolatria. Essa è solo un pezzo di legno che rappresenta la croce su cui morì Gesù e basta. 

Ma noi diciamo: Ma dove mai sta scritto nella Bibbia che i Cristiani devono salutare la croce e venerarla? Gli apostoli predicavano la croce di Cristo, ma non dissero mai né di costruirsi una croce di legno, piccola o grande che fosse, e tanto meno di adorare la croce perché essa ricorda Gesù. 

Concludiamo dicendo questo: quand’anche ci fosse in un luogo della terra la vera croce sulla quale fu crocifisso Gesù noi non saremmo chiamati a renderle nessun tipo di culto; e il fatto che Gesù sia stato messo su una croce non significa che uno si debba mettere ad adorare la croce perché essa è collegata in un certo senso alla vita di Gesù. 

Perché altrimenti, se si dovesse ragionare come fanno i Cattolici romani, dovremmo metterci ad adorare una mangiatoia perché in una mangiatoia fu posto Gesù quando nacque, dovremmo adorare una lancia perché fu una lancia a forargli il costato, i chiodi perché le sue mani e i suoi piedi furono trafitti con dei chiodi, delle spine perché in testa gli fu messa una corona di spine, e così via! Adoriamo Cristo Gesù, ma non la croce su cui lui fu crocifisso.


I miracoli avvenuti davanti alle immagini procedono dal diavolo
La curia romana giustifica il culto alle immagini, col fatto che davanti ad esse sono avvenuti dei miracoli. Come potete vedere sono arrivati al punto di definire gradevole a Dio il culto delle immagini. 

Non è affatto così come dicono loro perché il loro culto alle immagini é in abominio a Dio e le seguenti Scritture lo attestano. Il profeta Ezechiele dice: “Ed egli mi condusse all’ingresso del cortile. Io guardai, ed ecco un buco nel muro. Allora egli mi disse: Figliuol d’uomo, adesso fora il muro. E quand’io ebbi forato il muro, ecco una porta. Ed egli mi disse: Entra, e guarda le scellerate abominazioni che costoro commettono qui. Io entrai, e guardai; ed ecco ogni sorta di figure di rettili e di bestie abominevoli, e tutti gl’idoli della casa d’Israele dipinti sul muro attorno attorno; e settanta fra gli anziani della casa d’Israele, in mezzo ai quali era Jaazania, figliuolo di Shafan, stavano in pié davanti a quelli, avendo ciascuno un turibolo in mano, dal quale saliva il profumo d’una nuvola d’incenso” (Ez. 8:7-11).

Per quel che concerne i miracoli che essi dicono avvengono davanti a queste loro immagini essi sono bugiardi e sono compiuti dal diavolo al fine di non far distogliere i Cattolici dal culto alle loro immagini. Per quale motivo anche in questa nazione il culto alle immagini tra i Cattolici é radicato così profondamente? Appunto perché davanti a questi idoli Satana ha operato dei fenomeni soprannaturali che poi sono stati attribuiti alla persona che la statua o l’immagine rappresentano. 

Prendiamo per esempio il cosiddetto miracolo di Gennaro che avviene a Napoli. Secondo quello che viene insegnato ai Cattolici Gennaro morì martire nel terzo secolo e una donna raccolse il sangue in una fiala. E questo sangue coagulato tre volte all’anno si liquefà al culto dei Cattolici. Che cosa ha prodotto questo prodigio bugiardo? Ha prodotto soprattutto negli abitanti di Napoli nient’altro che una cieca fiducia in Gennaro, tanto è vero che lo invocano spesso affinché gli faccia qualche grazia. 

Attenzione però: i Cattolici non attribuiscono questi fatti soprannaturali che avvengono davanti ai cadaveri dei loro idoli all’opera del diavolo, ma o alla madre di Gesù (se il prodigio avviene davanti alla sua immagine) o a questo o a quell’altro cosiddetto santo (se il prodigio avviene davanti alla sua immagine), il che è un pò diverso. 

Ma appunto in questo consiste l’astuzia del diavolo, cioè nel fare passare un suo prodigio come un opera avvenuta per l’intercessione in cielo di Maria o di qualcun altro. Non è qualcosa da nulla, perché in questa maniera é riuscito a consolidare l’idolatria in seno ai Cattolici. 

Alla fine quello che importa al diavolo è riuscire a fare apparire utile il culto delle immagini, e i morti come dei potenti intercessori presso Dio (distogliendo così le persone dal rivolgersi a Cristo Gesù il solo mediatore tra Dio e gli uomini); e dobbiamo riconoscere che c’é riuscito. E’ il seduttore di tutto il mondo: ha sedotto certi popoli facendogli adorare il sole, la luna, le stelle; altri, facendogli adorare le immagini rappresentanti bestie della campagna, rettili e uccelli; ed i Cattolici, facendogli adorare e pregare le immagini di Maria e di tanti altri, o meglio coloro che sono morti. 

La sola differenza che c’é tra la religione cattolica romana e tante altre religioni sta nel fatto che le immagini e le statue che i Cattolici adorano e pregano raffigurano dei personaggi storici diversi da quelli che adorano e pregano quelli delle altre religioni. Cambiano quindi solo i nomi degli idoli, ma tutto il resto é lo stesso e l’artefice di tutto ciò rimane sempre il diavolo. Sarà bene ricordarsi di qualcosa che è scritto nel libro dell’Apocalisse che ci fa capire che cosa il diavolo è potente di fare per sedurre le persone mediante delle immagini. 

E’ scritto: “Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra, ed avea due corna come quelle d’un agnello, ma parlava come un dragone. Ed esercitava tutta la potestà della prima bestia, alla sua presenza; e facea sì che la terra e quelli che abitano in essa adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata sanata. E operava grandi segni, fino a far scendere del fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini. E seduceva quelli che abitavano sulla terra coi segni che le era dato di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra di fare un’immagine della bestia che avea ricevuta la ferita della spada ed era tornata in vita. E le fu concesso di dare uno spirito all’immagine della bestia, onde l’immagine della bestia parlasse e facesse sì che tutti quelli che non adorassero l’immagine della bestia fossero uccisi..” (Ap. 13:11-15).

Come potete vedere avverrà che sorgerà un falso profeta che farà grandi segni in presenza della bestia e sedurrà mediante questi segni molte persone dicendo loro di fare un’immagine della bestia che dopo essere stata ferita a morte tornerà in vita. Ma il fatto é che a questo falso profeta il diavolo darà il potere pure di dare uno spirito all’immagine della bestia la quale si metterà a parlare e molti vedendola parlare si metteranno ad adorarla.

Oggi, l’astuzia operata dal diavolo per mezzo delle immagini e delle statue di Maria o di qualcun altro per sedurre i Cattolici è la stessa infatti anche se non le fa parlare riesce a farle lacrimare, sanguinare, aprire gli occhi ecc. E così avviene che molti vedendo queste opere del diavolo si affezionano maggiormente ai cadaveri dei loro idoli, e sono indotti a rendergli il culto. 

Ma quand’anche scendesse il fuoco dal cielo in presenza di queste statue e immagini, quand’anche esse si mettessero a parlare noi non crederemo alla dottrina che permette il culto alle immagini; appunto perché sappiamo chi si cela dietro questa cosiddetta venerazione, il diavolo. Fratelli, state in guardia; nessuno vi seduca.


Passi della Scrittura che condannano il farsi statue e immagini ed il loro culto
E l’Eterno disse a Mosè: Và, scendi; perché il tuo popolo che hai tratto dal paese d’Egitto, s’é corrotto; si son presto sviati dalla strada ch’io avevo loro ordinato di seguire; si son fatti un vitello di getto, l’hanno adorato, gli hanno offerto sacrifizi, e hanno detto: O Israele, questo è il tuo dio che ti ha tratto dal paese d’Egitto” (Es. 32:7,8). 


Mosè era andato sul monte Sinai per ricevere da Dio la legge, ma in sua assenza il popolo con il consenso di Aaronne si fece un idolo che raffigurava un vitello, lo adorò e gli offrì dei sacrifici attribuendo a quell’idolo vano la sua liberazione dall’Egitto. Il popolo d’Israele quindi dopo avere visto Dio operare grandi e tremendi giudizi sia in Egitto che nel deserto, dopo avere visto la gloria di Dio sopra il monte Sinai, il monte stesso fumare e tremare, e dopo avere udito la voce di Dio, si corruppe fino al punto di farsi quel vitello d’oro per adorarlo al posto di Dio. Esso invece di adorare e servire Iddio si mise ad adorare e servire un idolo, e per questo suo atto Dio si adirò al punto da volerlo distruggere. Ma Mosè intercedette per esso e Dio non lo distrusse; comunque Mosè tornato al campo diede ordine di uccidere gli idolatri, ed in quel giorno caddero uccisi circa tremila uomini. 

Al principio la Chiesa aborriva le statue e le immagini, poi a poco a poco degli uomini hanno introdotto nel suo mezzo il culto delle immagini e delle statue, riuscendo a distogliere molti fedeli da Dio e fargli adorare le immagini. Questo poté avvenire perché molti vescovi preposti a pascere il gregge di Dio smisero di vegliare. Bisogna dire anche però che vi furono dei vescovi che rigettarono il culto delle immagini ed esortarono i fedeli a non conformarsi a questa usanza pagana che degli uomini corrotti avevano introdotto nella Chiesa. Per quanto riguarda la chiesa romana bisogna dire che essa è immersa nell’idolatria.

Ÿ- Mosè disse al popolo: “Or dunque, siccome non vedeste alcuna figura il giorno che l’Eterno vi parlò in Horeb in mezzo al fuoco, vegliate diligentemente sulle anime vostre, affinché non vi corrompiate e vi facciate qualche immagine scolpita, la rappresentazione di qualche idolo, la figura d’un uomo o d’una donna, la figura di un animale tra quelli che son sulla terra, la figura d’un uccello che vola nei cieli, la figura d’una bestia che striscia sul suolo, la figura d’un pesce che vive nelle acque sotto la terra…” (Deut. 4:15-18). 


I Cattolici dicono che le loro statue e le loro immagini non sono idoli perché non rappresentano animali o uccelli o pesci, ma non è così come essi dicono perché la Parola di Dio chiama idoli sia le sculture e le immagini di bestie, di uccelli e di pesci che le sculture e le immagini rappresentanti Cristo, Maria, e i santi tradizionali e qualsiasi altra persona. Il passo suddetto lo fa capire molto bene questo. Fratelli, nessuno vi seduca in alcuna maniera.

Ÿ- “Non erigerai alcuna statua: cosa, che l’Eterno, il tuo Dio, odia” (Deut. 16:21).


Ÿ- “I Leviti parleranno e diranno ad alta voce a tutti gli uomini d’Israele: Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di getto, cosa abominevole per l’Eterno, opera di mano d’artefice, e la pone in luogo occulto! E tutto il popolo risponderà e dirà: Amen” (Deut. 27:14,15). Quindi tutti coloro che fanno un’immagine scolpita sono sotto maledizione.

- Nei Salmi è scritto: “Gl’idoli delle nazioni sono argento e oro, opera di mano d’uomo. Hanno bocca e non parlano; hanno occhi e non vedono; hanno orecchi e non odono, e non hanno fiato alcuno nella loro bocca. Simili ad essi siano quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano” (Sal. 135:15-18). 


Ecco perché i Cattolici romani non parlano come dovrebbero, non vedono quello che noi vediamo, e non sentono quello che noi sentiamo, e perché sono morti nei loro falli senza la vita di Dio; appunto perché ripongono la loro fiducia negli idoli che si fabbricano.

- In Isaia è scritto: “Quelli che fabbricano immagini scolpite son tutti vanità; i loro idoli più cari non giovano a nulla: i loro propri testimoni non vedono, non capiscono nulla, perch’essi siano coperti d’onta. Chi è che fabbrica un dio o fonde un’immagine perché non gli serva a nulla? Ecco, tutti quelli che vi lavorano saranno confusi, e gli artefici stessi non sono che uomini! Si radunino tutti, si presentino!… Saranno spaventati e coperti d’onta tutt’insieme. Il fabbro lima il ferro, lo mette nel fuoco, forma l’idolo a colpi di martello, e lo lavora con braccio vigoroso; soffre perfino la fame, e la forza gli vien meno; non beve acqua, e si spossa. Il falegname stende la sua corda, disegna l’idolo con la matita, lo lavora con lo scalpello, lo misura col compasso, e ne fa una figura umana, una bella forma d’uomo, perché abiti una casa. Si tagliano dei cedri, si prendono degli elci, delle querci, si fa la scelta fra gli alberi della foresta, si piantano dei pini che la pioggia fa crescere. Poi tutto questo serve all’uomo per far del fuoco, ed ei ne prende per riscaldarsi, ne accende anche il forno per cuocere il pane; e ne fa pure un dio e l’adora, ne scolpisce un’immagine, dinanzi alla quale si prostra. Ne brucia la metà nel fuoco, con l’altra metà allestisce la carne, ne cuoce l’arrosto, e si sazia. Ed anche si scalda e dice: Ah! mi riscaldo, godo di veder questa fiamma! E con l’avanzo si fa un dio, il suo idolo, gli si prostra davanti, l’adora, lo prega e gli dice: Salvami, poiché tu sei il mio dio! Non sanno nulla, non capiscono nulla; hanno impiastrato loro gli occhi perché non veggano, e il cuore perché non comprendano. Nessuno rientra in se stesso, ed ha conoscimento e intelletto per dire: ‘Ne ho bruciata la metà nel fuoco, sui suoi carboni ho fatto cuocere il pane, v’ho arrostito la carne che ho mangiata, e farò col resto un’abominazione? e mi prostrerò davanti ad un pezzo di legno?’ Un tal uomo si pasce di cenere, il suo cuore sedotto lo travia, sì ch’ei non può liberare l’anima sua e dire: ‘Questo che tengo nella mia destra non è una menzogna?’ (Is. 44:9-20). 

Con queste parole Dio dichiara inutili e sedotti gli uomini che fabbricano un idolo, lo adorano e lo pregano invocando il suo aiuto. La Parola di Dio non lascia spazio a malintesi; è chiara.

- Dio dice in Geremia: “Ma costoro tutti insieme sono stupidi e insensati; non è che una dottrina di vanità; non è altro che legno; argento battuto in lastre portato da Tarsis, oro venuto da Ufaz, opera di scultore e di man d’orefice; son vestiti di porpora e di scarlatto, son tutti lavoro d’abili artefici. Ma l’Eterno è il vero Dio, egli è l’Iddio vivente, e il re eterno; per l’ira sua trema la terra, e le nazioni non posson reggere dinanzi al suo sdegno…. Quando fa udire la sua voce v’è un rumor d’acque nel cielo; ei fa salire i vapori dalle estremità della terra, fa guizzare i lampi per la pioggia e trae il vento dai suoi serbatoi; ogni uomo allora diventa stupido, privo di conoscenza; ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite; perché le sue immagini fuse sono una menzogna, e non v’é soffio vitale in loro. Sono vanità, lavoro d’inganno; nel giorno del castigo, periranno” (Ger. 10:8-10, 13-15). 

Quindi tutti coloro che si reputano savi e insegnano a farsi statue e immagini sono stupidi ed insensati davanti a Dio ed insegnano una dottrina vana. Inoltre secondo il profeta Geremia nel giorno in cui Dio castigherà le nazioni per la loro malvagità periranno tutte le statue e tutte le immagini che gli uomini si sono fatti per adorarli. 

Che lo sappiano bene i Cattolici romani: le statue e le immagini raffiguranti Cristo, Maria, i santi antichi od altri uomini che essi hanno innalzato e dipinto nelle loro basiliche, nelle loro case, per le strade e le piazze, sulle montagne e in tanti altri luoghi nel giorno del castigo periranno assieme a coloro che gli offrono il culto.


Tratto da:

G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
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