Sogni e visioni dati dal nostro Dio a uomini e donne per affrancarli dal giogo della chiesa cattolica romana


Sono a cono­scenza di alcune testimonianze di persone che mentre erano nella chiesa cattolica romana sono state visitate da Dio sia con dei sogni che con delle visioni in cui Dio gli ha fatto comprendere in una maniera o nell’altra che esse erano perdute in mezzo alla chiesa romana ed avevano bisogno di essere salvate. Ed in seguito a questi sogni e a queste visioni esse sono state salvate dai loro peccati e sono usciti dalla chiesa romana e si sono uniti ai santi. Queste testimonianze confermano quanto detto prima, e cioè che quando Dio da un sogno o una visione a qualcuno che è ancora sotto il giogo del peccato lo fa per salvarlo.

Vi assicuro quindi che quando un Cattolico romano riceve un sogno o una visione da Dio, egli comprende in una maniera o in un altra di essere nell’errore,
e cessa di sentirsi al sicuro nella chiesa romana e comincia sia a cercare il Signore che i santi da lui salvati. Non importa se gli appare Gesù stesso, un angelo, o Dio stesso gli parla con la sua voce, o vede qualcosa d’altro; egli comprenderà di essere perduto anche se è stato battezzato da fanciullo, anche se ha ricevuto la cresima e prende la comunione, si confessa al prete ecc. E sentirà la necessità di riconciliar­si con Dio e di invocare lui direttamente affinché lo perdoni e lo tiri fuori dalla chiesa romana.
Ecco le testimonianze.
Il fratello Giovanni, ora deceduto, raccontava che era un fervente Cattolico assetato di conoscere il Signore, e che per cercare di dissetare questa sete aveva deciso di farsi prete e perciò era entrato in un istituto salesiano. Egli pregava sempre, pregava Maria, pregava tanto Luigi e tanti altri santi. Si andava a confessare dai frati e si studiava di confessare tutti i suoi peccati essendo in questo molto scrupoloso. Ma nonostante tutto ciò nulla cambiava nella sua vita, cioè non vedeva nessun cambiamento in lui, e a motivo di ciò era scoraggiato. Ma una notte ebbe questo sogno.

Gli apparvero due uomini giganteschi, molto alti e robusti i quali gli domandarono: Che cosa stai facendo là? Lui stava contemplando il mare, dove c’era molta gente, e lo guardava da lontano. E quegli uomini gli dissero ancora: ‘Perché te ne stai qui? Andiamo a divertirci, uniamoci alla folla. Ma lui rispose loro: Non vengo, non posso venire. Allora quei due uomini lo hanno preso, uno di qua e l’altro di là, e lo hanno cominciato a trascinare con violenza verso quel posto.

Allora apparve dal cielo un angelo del Signore con una spada fiammeggiante, con un viso raggiante e glorioso, e vibrò un colpo alla sua destra e un altro alla sua sinistra e quei due colossi scomparvero e lui non li vide più. Rimasto solo con l’angelo, gli disse: ‘Abbi pietà di me’, e l’angelo gli rispose: Non temere, stai tranquillo, da qui a poco tempo sarai salvato. E così avvenne perché poco tempo dopo incontrò a Roma alcuni fratelli che gli parlarono del nome del Signore e lui credette ottenendo il perdono dei suoi peccati. Questo avvenne nel 1936 quando in Italia infieriva la persecuzione fascista contro i santi.

La sorella Olga invece racconta che lei era molto cattolica e non desiderava lasciare la sua religione. Suo marito era già un credente e la invitò al culto. Mentre si trovava nel locale di culto di questa Chiesa evangelica vide in visione un chiarore molto forte che illuminò tutto, uno splendore che non aveva mai visto prima. E vide un popolo santo, molto bello, le persone avevano dei visi come d’angeli, avevano dei capelli e degli occhi splendenti, e tutti lodavano e glorificavano Dio dicendo sempre: Alleluia. Allora ella disse: ‘Dio mio che cosa è questo che vedo? E subito una voce potente, ma molto soave le disse: E’ vita! Si voltò per vedere chi le aveva parlato, ma voltatasi non vide nessuno.

Pochi giorni dopo si trovava nel luogo di culto della chiesa cattolica ad assistere alla messa, quando all’improvviso vide tutto scurirsi come quando si fa notte, e vide degli uomini e delle donne magri con dei vestiti sporchi e vecchi, con dei visi pallidi come se fossero state delle persone sul letto d’infermità. Impaurita disse: ‘Dio mio che cosa è questo che vedo? La stessa voce che aveva sentito nel locale di culto della Chiesa evangelica le rispose: ‘E’ morte!’. Quando ella udì quella voce cominciò a piangere e alzò gli occhi in alto, e vide in mezzo a quell’oscurità delle teste di persone che erano come delle piccoli luci. Quelle piccole luci erano i santi in questo mondo di tenebre. Dopo queste rivelazioni lei si convertì al Signore e si unì ai santi del Signore.
La sorella Maria, che prima era una cattolica devota soprattutto al ‘sacro cuore di Gesù’, dopo che le era stato parlato del Signore, in una visione sotto una tenda di evangelizzazione vide inizialmente il Signore Gesù che soffriva sanguinante sulla croce, dopodiché le fu mostrato a poca distanza da lei un immagine idolo che aveva sulla testa una corona (per mostrarle cosa lei aveva adorato nella sua ignoranza), e nel mentre lei chiedeva perdono al Signore per tutti i suoi peccati. Dopodiché, sempre nella visione, si trovò in cielo a cantare dei cantici al Signore assieme ad una moltitudine di giovani festanti. Molti anni prima di questa visione ella aveva sognato di trovarsi in una basilica cattolica, e mentre si trovava nel confessionale sentì una voce tuonante e rimbombante che le disse: Io sono il Signore Iddio tuo, non avrai altro dio all’infuori di me. Dopodiché, mentre lei si accingeva ad andare dal prete a prendere la comunione, vide camminare sopra il prete una grossa bestia spaventosa con una lunga coda.
Il fratello Chiniquy (deceduto alla fine del secolo scorso) racconta che dopo che egli si rifiutò di sottoscrivere un atto di sottomissione al suo vescovo in cui egli doveva dichiarare di sottomettersi, assieme ai fedeli della sua parrocchia, al vescovo e fare qualsiasi cosa egli avrebbe ordinato loro, e il vescovo gli rispose che stando così le cose egli non poteva più essere un prete cattolico romano, partì e se ne andò all’hotel dove stava ed entrato nella stanza chiuse la porta e si buttò in ginocchio alla presenza di Dio per considerare quello che egli aveva fatto poco prima. Comprese che la chiesa cattolica romana non poteva essere la Chiesa di Cristo perché era nemica della Parola di Dio e quindi egli non poteva più rimanere nel suo mezzo. E chiese a Dio dove fosse la sua Chiesa, e dove doveva andare per essere salvato. Per più di un ora pregò Dio piangendo senza una risposta. Pensava quindi che Dio lo avesse abbandonato. Pensò pure alla guerra che il papa, i vescovi e i preti gli avrebbero fatto per questa sua decisione. Quindi, nella disperazione pensò che la cosa migliore fosse morire; prese un coltello per tagliarsi la gola ma Dio gli impedì di suicidarsi perché fermò il suo braccio e il coltello cadde sul pavimento. Continuò a gridare a Dio chiedendo aiuto.

All’improvviso si ricordò di avere un Nuovo Testamento con lui e pensò che la risposta l’avrebbe trovata in quel libro. Lo aprì a casaccio e i suoi occhi si posarono sulle parole di Paolo ai Corinzi: “Voi siete stati riscattati a prezzo; non diventate schiavi degli uomini”.[1]

Leggendo quelle parole trovò sollievo all’anima sua perché comprese che Gesù lo aveva comprato con il suo sangue e perciò la sua salvezza non dipendeva dalle sue preghiere a Maria, ai santi, dalle sue confessioni e dalle indulgenze. Ma improvvisamente le tenebre avvolsero la sua anima. Ecco cosa lui racconta a questo punto: ‘Nonostante quelle tenebre fossero profonde, un oggetto ancora più scuro si presentò davanti alla mia mente.

Era una montagna molto alta: ma non una montagna composta di sabbia o di pietre, era la montagna dei miei peccati. Io li vidi tutti davanti a me. E fui ancora più inorridito quando la vidi muoversi verso di me come se con una potente mano volesse schiacciarmi. Cercai di scappare, ma invano. Mi sentii legato al pavimento, e il momento dopo, sarebbe caduta su di me. Mi sentii come schiacciato sotto il suo peso; perché era pesante come il granito. Potevo a mala pena respirare! La mia unica speranza era di gridare a Dio per aiuto.

Con una voce forte, che fu sentita da molti nell’hotel, gridai: ‘O mio Dio, abbi misericordia di me! I miei peccati mi stanno distruggendo! Sono perduto, salvami! Ma sembrava che Dio non mi potesse sentire. La montagna era nel mezzo ed impediva che le mie grida lo raggiungessero e gli nascondeva le mie lacrime. Improvvisamente pensai che Dio non avrebbe voluto avere niente a che fare con un tale peccatore, ma avrebbe solo aperto le porte dell’inferno per gettarmi in quella ardente fornace preparata per i suoi nemici e che io avevo così riccamente meritato!

Ma mi ero sbagliato; dopo circa otto o dieci minuti di indicibile agonia, i raggi di una nuova e bella luce cominciarono a penetrare attraverso la nuvola scura che pendeva su di me. In quella luce, io vidi chiaramente il mio Salvatore. Era là, piegato sotto il peso della sua pesante croce. La sua faccia era coperta di sangue, la corona di spine era sulla sua testa e i chiodi erano nelle sue mani.

Egli mi guardava con una espressione di compassione, di amore che nessuna lingua può descrivere. Venendo a me, egli disse: ‘Ho sentito le tue grida, ho visto le tue lacrime, vengo a offrirti me stesso come DONO.

Ti offro il mio sangue e il mio corpo fiaccato come DONO per pagare i tuoi debiti; mi vuoi dare il tuo cuore? Vuoi prendere la mia Parola per la sola lampada ai tuoi piedi e la sola luce per il tuo sentiero? Io ti porto la vita eterna, come dono! Io risposi: ‘Caro Gesù, come sono dolci le tue parole all’anima mia! Parla, parla ancora! Sì, amato Salvatore, io voglio amarti; ma non vedi la montagna che mi sta schiacciando? Oh, rimuovila! Togli i miei peccati! Non avevo finito di parlare quando vidi la sua potente mano stesa. Egli toccò la montagna, ed essa scivolò nell’abisso e scomparve.

Nello stesso momento, io sentii come se una doccia di sangue dell’Agnello cadesse su di me per purificare la mia anima. Ed improvvisamente la mia umile stanza fu trasformata in un paradiso reale. (..) Con una gioia ineffabile io dissi al mio Salvatore: Caro Gesù, il DONO di Dio, io ti accetto! Tu hai offerto il perdono dei miei peccati come un dono, io accetto il dono. Tu mi hai portato la vita eterna come dono! Io l’accetto (…)

Questa improvvisa rivelazione della meravigliosa verità della salvezza come un DONO, mi aveva così completamente trasformato che io mi sentii completamente un uomo nuovo. L’indicibile angoscia della mia anima era stata cambiata in una gioia ineffabile. Le mie paure erano andate via per essere rimpiazzate da un coraggio e da una forza tali che non avevo mai sperimentato’.
[Pastor Chiniquy, Fifty years in the Church of Rome, London 1886, pag. 794-796]


Sappiate fratelli che tutte le visioni che Dio dà a coloro che ancora non lo conoscono contribuiscono a salvarli e non a farli rimanere nella via della perdizione. 

Questo è confermato dalle parole di Elihu a Giobbe: “Iddio parla, bensì, una volta ed anche due, ma l’uomo non ci bada; parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti; allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti, per distoglier l’uomo dal suo modo d’agire e tener lungi da lui la superbia; per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dal dardo mortale”.
[Giob. 33:14-18] (Faccio notare che le visioni possono essere anche diurne e non solo notturne). 

Come si possono quindi accettare le apparizioni di Maria quando queste ‘visioni’ non servono affatto a distogliere i Cattolici o i mariani dal culto a Maria ma anzi a fortificare le loro mani in quest’opera iniqua, quando esse non servono ad allontanare da loro la super­bia di cui sono pieni ma a gonfiarli ancora di più di orgoglio, quando esse non contribuiscono alla salvezza dell’anima loro ma bensì a farli rimanere nella fossa di perdizio­ne?

Non sarebbe una follia farlo? Certo, che lo sarebbe perché ci metteremmo a credere che Dio da delle visioni per fare rimanere i Cattolici romani sotto il peccato a servire gli idoli muti anziché per riscattarli dal peccato e farli smettere di servire gli idoli. Badate dunque a voi stessi e nessuno vi seduca.
Per farvi comprendere ora come le visioni che dà Dio contribuiscono alla salvezza di chi le riceve voglio citarvi l’esempio scritturale di Corne­lio. Quest’uomo era un centurione; “era pio e temente Iddio con tutta la sua casa, e faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo. Egli vide chiaramente in visione, verso l’ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: Cornelio! Ed egli guardandolo fisso, e preso da spavento, rispo­se: Che v’é, Signore? E l’angelo gli disse: Le tue preghiere e le tue elemosine son salite come una ricordanza davanti a Dio. Ed ora, manda degli uomini a Ioppe, e fà chiamare un certo Simone, che è soprannominato Pietro. Egli alberga da un certo Simone coiaio, che ha la casa presso al mare”.[Atti 10:2-6] 
Cornelio fece come l’an­gelo del Signore gli aveva detto in visione e mandò a chiamare l’apostolo Pietro, il quale si recò presso di lui, annunziò a lui e alla sua casa il Vangelo ed essi credettero e furono battezza­ti. E’ vero che Cornelio, quando ricevette la visione dell’angelo era ancora perduto, ma è altresì vero che l’angelo gli disse di mandare a chiamare Pietro il quale gli avrebbe parlato di cose per le quali sarebbe stato salvato lui e la sua casa; e difatti poi successe proprio quello che l’angelo gli aveva detto.


Fonte: 
http://www.lanuovavia.org/indiccr.html

Pubblicato da: BIBBIA ED ERESIE CATTOLICHE A CONFRONTO
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...