LA SACRA BIBBIA - La sua comprensione


La dottrina dei teologi papisti
Gli Scritti sacri si possono comprendere rettamente solo tramite il magistero.

Il concilio Ecumenico Vaticano II ha dichiarato: ‘L’ufficio poi di interpretare autenticamente la parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo magistero vivo della chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo’ (Concilio Vaticano II, Sess. VIII, cap. II), cioè ai vescovi in comunione con il capo dello Stato del Vaticano. 


Il significato di questa affermazione é questo in sostanza: l’uomo non può comprendere in maniera retta ciò che la Scrittura dice senza la guida del magistero della chiesa romana (per confermarvi ciò vi ricordo quello che il fratello Fumagalli dice nella sua testimonianza: ‘Avevo la Bibbia, ma ero cieco e non la potevo intendere; non la potevo intendere perché mi era stato insegnato che per intendere la Bibbia dovevo fondarmi sul magistero della chiesa cattolica’) perché esso solo ha il potere di interpretare e di fare comprendere rettamente la Parola di Dio. 

LA SACRA SCRITTURA - Come si riconoscono i Libri sacri


La dottrina dei teologi papisti
I Libri sacri si riconoscono per mezzo della chiesa cattolica romana.

Ecco come si esprime il catechismo cattolico a riguardo del come si riconoscono quali sono i libri ispirati da Dio: ‘Senza della chiesa noi non potremmo neppure sapere quali Libri siano inspirati e che siano pervenuti a noi integri e inalterati; nessun’altra autorità ce lo dice’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 376), ed ancora: ‘Noi infatti sappiamo dalla Chiesa e solamente dalla Chiesa che quei libri sono divinamente ispirati (…) Solo la Chiesa ci dice autorevolmente quali sono i Libri divinamente inspirati’ (ibid., pag. 373, 374).

LA SACRA SCRITTURA - La sua ispirazione


La dottrina dei teologi papisti
Gli apostoli non scrissero per ordine del Signore.

I teologi romani affermano che la Scrittura è ispirata da Dio; ecco infatti cosa dice il Perardi: ‘La Sacra Scrittura è la raccolta dei libri scritti per ispirazione di Dio nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, e ricevuti dalla Chiesa come opera di Dio stesso’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 373).

LA SACRA SCRITTURA - Il suo contenuto


La dottrina dei teologi papisti
La sacra Scrittura non basta per essere salvati.

La teologia romana insegna che la sacra Scrittura non contiene tutto quello ch’è necessario alla salvazione delle anime. Essa infatti considera come verità rivelate da Dio sia la sacra Scrittura che la tradizione.

In base a questa loro considerazione la Scrittura non è la completa rivelazione di Dio, ma solo una parte perché l’altra è costituita dalla loro tradizione. Citiamo le parole del Perardi a tale proposito: ‘NON BASTA LA BIBBIA. – Infatti né Gesù Cristo né alcun Apostolo, in nome di Lui, ha mai detto ciò; e i Libri più importanti, i Libri del nuovo Testamento vengono dopo la piena costituzione della Chiesa con tutto il suo patrimonio di verità, non per riformarla ma per aiutarla’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 376), ed ancora: ‘Ciò che Dio ha rivelato e ci propone a credere per mezzo della Chiesa, si conserva nella Sacra Scrittura e nella Tradizione’ (ibid., pag. 373).

I concili: le loro eresie e le loro contraddizioni - Considerazioni finali

I concili: le loro eresie e le loro contraddizioni

Secondo i teologi papisti i concili sono parte della loro tradi­zione, e difatti per essi costituiscono del continuo dei punti di riferimento per ciò che riguarda la dottrina della chiesa romana. Essi attribuiscono ai decreti dei concili uguale importanza che alla Parola di Dio, e questo perché ritengono che i loro concili si siano riuniti nello Spirito Santo. Per loro sono infallibili perché il concilio Vaticano II ha decretato quanto segue: ‘L’infallibi­lità promessa alla chiesa risiede pure nel corpo episcopale, quando questi esercita il supremo magistero col successore di Pietro’.[Concilio Vaticano II, Sess. V. cap. III]

Ora, dimostreremo con alcuni esempi come i concili hanno decreta­to cose contrarie alla Parola di Dio oppure hanno decretato delle cose che prima o dopo furono condannate da altri concili o da cosiddetti padri o da papi stessi.

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