Flagellanti e Battenti


Qui siamo a Guardia Sanframondi (Benevento), dove si svolge l’antico rito di penitenza dei flagellanti e dei battenti che, umiliando il proprio corpo, esprimono la loro devozione alla ‘Vergine Assunta’. Centinaia e centinaia di persone incappucciate si comprimono il petto scoperto con una spugna di spilli, graffiandosi e percuotendosi.


Ecco quali cose abominevoli accadono nella Chiesa Cattolica Romana. In segno di devozione verso questo o quell’altro ‘santo’, molti si fanno del male, pensando di acquistare meriti e favori. Quale inganno satanico!

O uomini che fate queste cose, sappiate che non vi gioveranno a nulla. Piuttosto ravvedetevi e credete nella morte espiatoria di Cristo e nella sua resurrezione, per ottenere la remissione dei vostri peccati e la vita eterna, altrimenti andrete all’inferno. E uscite immediatamente dalla Chiesa Cattolica Romana, abbandonando ogni sorta di eresia e superstizione papista, e unitevi ad una Chiesa Evangelica Pentecostale.
                     
 


Tratto da: giacintobutindaro.org


I Vattienti

A Nocera Terinese, il giorno del Sabato Santo, l’intero paese partecipa al rito dei vattienti, uomini che durante la processione della 'Madonna addolorata', scelgono di configurarsi come il Cristo, flagellandosi pubblicamente, con tanto di corona di spine posta sul capo.
Il vattiente si percuote le gambe con il cardo, cioè un pezzo di sughero con tredici pezzi di vetri o chiodi, e il sangue che fuoriesce dalle ferite viene imbevuto nella rosa, un pezzo di sughero levigato, per lasciare l’impronta sulle case di coloro che escono sull’uscio cercando di disinfettare le ferite del vattiente con del vino bollito insieme a erbe aromatiche.
Insieme al vattiente c’è un’altra figura, l’acciomu (parola dialettale che deriva dal latino Ecce Homo) solitamente impersonata da un ragazzo vestito con un drappo rosso, a rappresentare Gesù dopo la flagellazione, quando fu deriso, vestito come il “Re dei Giudei” con una corona di spine e il mantello sulle spalle. 
Alla fine della rappresentazione e nei giorni successivi, il sangue del vattiente misto al vino, resta sui muri e sulle strade del paese finché non sarà la pioggia a cancellarne le tracce.

Numerose ipotesi sono state avanzate circa l’esistenza di questo particolare rito religioso: si pensa che tragga origine da religioni precristiane orientali, con le offerte di sacrifici umani per placare l’ira di dei assetati di sangue, tali usanze sono arrivate in seguito nell’Antica Grecia e a Roma con i cruenti festeggiamenti in onore della misteriosa dea Cibele.


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